[Barilla mi ha invitata a seguire il Forum Internazionale Food and Nutrition e mi ha pagata per raccontarlo, qui e sui miei canali social; il nostro accordo non prevedeva alcun vincolo né controllo preventivo su quello che avrei scritto]
Dal Forum organizzato dal Barilla Center for Food and Nutrition mi porto a casa cinque riflessioni.
Gli effetti del cambiamento climatico sono già evidenti: stiamo consumando la terra e dobbiamo scegliere se usarla per produrre grano, foraggio o biocarburante. La scarsità non è un’ipotesi, è la realtà, e ci morde i polpacci. Le soluzioni vecchie non funzionano più, non possiamo far finta di niente e aspettare ancora. Occorre cambiare rotta adesso.
La storia del cibo, di chi lo produce, del territorio che l’ha fatto nascere, la materialità, la convivialità, il racconto, la biodiversità e le specificità locali, sono valori immensi; la tecnologia, se usata bene, non li distrugge anzi li valorizza, e ci offre soluzioni tanto più smart quanto più evitano di cadere nella trappola della massificazione e rispondono invece esattamente allo specifico bisogno di ciascun individuo.
“Far crescere la green economy” è un obiettivo parziale, la sostenibilità non deve ne può rimanere una nicchia per utenti consapevoli, ma deve imporsi come l’unica scelta intelligente che possiamo fare. Bisogna lavorare per rendere più sostenibili i consumi di massa, facendo leva non sulla spinta etica ma sulla convenienza, la facilità d’uso, la bontà e la bellezza. Bella sfida vero?
Se i prezzi delle merci comprendessero tutti i costi ambientali e umani connessi al loro ciclo di vita, comprare il prodotto migliore per sé e per il pianeta sarebbe automatico. Ok, smettiamola di dire “se”, e troviamo il modo di conteggiare questi costi, lavorando al tempo stesso perché tutti possano permettersi un livello di consumi accettabile.
Le scelte individuali sono la chiave del cambiamento: votiamo al seggio una volta ogni cinque anni, ma tutti i giorni quando scegliamo come spendere, coltiviamo un orto, ci prepariamo da soli un pasto, pedaliamo invece che guidare, facciamo la lista della spesa per comprare solo ciò che siamo sicuri di mangiare. Sono le nostre scelte dal basso che costringono anche le aziende più riluttanti a cambiare rotta. È il nostro lavorare meglio che migliora l’efficienza dei processi e riduce gli sprechi. È il nostro chiedere informazioni e diffonderle che aumenta la trasparenza. È il nostro fare rete che ci permette di comprare cibi migliori spendendo di meno e sostenendo direttamente piccoli produttori. Quindi, al lavoro!
PS: sul sito del Barilla Food and Nutrition Center ci sono già molti video delle due giornate di forum; Agronotizie ha riassunto in uno storify i lavori della seconda mattinata, dedicata al futuro dell’alimentazione e allo spreco di cibo; poi c’è il mio storify che riprende i temi principali toccati durante le due giornate.