Alec J Ross è Senior Advisor per l’Innovazione al Dipartimento di Stato USA, e il suo ruolo è quello di promuovere un uso innovativo e intelligente della tecnologia, soprattutto nell’ambito delle questioni internazionali – conflitti, povertà, sviluppo.
In questi giorni è in Italia per partecipare al Digital Economy Forum di Venezia; mercoledì 10 maggio ha voluto incontrare a Bologna, città dove ha trascorso un anno di università, un gruppo di persone in qualche modo rappresentative di enti, università, società civile e mondo della rete, per parlare di e-democracy, uso della rete nel governo nazionale e locale, influenza dei social media nelle dinamiche sociali.
Si è trattato di un incontro davvero interessante e, vorrei dire, energizzante: per me, abituata alla farraginosità e alla lentezza della macchina della P.A. italiana, all’abitudine estenuante di discutere mille volte i pro e i contro di ogni iniziativa, ai muri di gomma di “piani alti” che sembrano preoccupati solo di mantenere intatto lo status quo, la passione con cui Alec J Ross racconta il suo lavoro è stata confortante. È la dimostrazione di quanto meglio funzionano le cose quando si smette di essere sempre degli yesbutters, e si decide di adottare l’atteggiamento mentale dei whynotters.
Ho ripreso l’intera conversazione, e ne ho estratto alcuni video che pubblicherò in questi giorni.
Il primo frammento video parla di cambiamento, e di quali sono i fattori che lo rendono possibile soprattutto quando si cerca di introdurre dinamiche e strumenti innovativi nella pubblica amministrazione.
Il primo messaggio, che forse qualcuno giudicherà scontato ma che poi, nella realtà, raramente viene messo in pratica, è che per cambiare bisogna avere il coraggio di scontentare qualcuno. Nessun cambiamento avviene all’unanimità: quindi occorre accettare il rischio, e uscire – e fare uscire – dalla propria confort zone.
La seconda riflessione è sulla direzione del cambiamento, se questo sia “top-down” o “bottom-up”: qui Alec sostiene che è indispensabile sia avere un accreditamento “dall’alto” (e in questo non posso che invidiarlo per avere dei superiori, Barack Obama e Hillary Clinton, che senz’altro non hanno paura di cambiare le cose), sia favorire l’innovazione “dal basso”, da cui arrivano idee inaspettate e nuove.
Ecco il video:
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1 commento a “Alec J Ross: conversazione sul cambiamento”
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