(continuo a pubblicare frammenti video della conversazione bolognese con Alec J Ross)
Nel XXI secolo, libertà di espressione e libertà di stampa si declinano necessariamente online, anche se spesso – come nel caso dell’Italia – chi governa e giudica non ha ancora capito bene come funziona Internet, e quindi prende decisioni inapplicabili. Secondo quanto dice Alec J Ross, l’impegno degli USA in questo momento è quello di favorire il più possibile la libertà di Internet, in tutto il mondo.
Interrogato sui potenziali rischi di avere ormai tantissime informazioni personali in rete, magari negli archivi di aziende come Google e Facebook, Alec J Ross afferma che – benché siamo solo all’inizio di un cambiamento di cui è difficile comprendere fino in fondo la portata – ormai è necessario prendere atto che la privacy, così come l’abbiamo pensata in passato, non esiste più.
Questa nuova, radicale trasparenza ha probabilmente anche aspetti inquietanti, benché offra moltivantaggi, ma in ogni caso ciascuno di noi deve essere consapevole e responsabile di quel che mette online.
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Io credo, da “non addetta ai lavori”, che il segreto sia tutto nella coerenza o integrità o comunque la vogliamo chiamare. Se la mia vita privata è coerente con la mia immagine pubblica, la privacy è un bene sopravvalutato.
In parole povere (poverissime) chi non ha niente da nascondere non ha bisogno di difendere la propria privacy.
L’altra faccia della medaglia è la poca consapevolezza, il considerare il web come qualcosa di “meno importante” in quanto “non materiale”. E spesso non ci si rende conto di come pubblicare determinati contenuti possa essere l’equivalente di mettersi le dita nel naso in pubblico (o peggio).
Consapevolezza + integrità, e il problema diventa un non-problema.
Ma ammetto che probabilmente la mia è una visione un po’ semplicistica!
Lulù, io sono del tutto d’accordo con te :-) Penso che siamo nel mezzo di un cambiamento radicale, ma che, nel complesso, questo porterà più vantaggi che problemi. E preferisco di gran lunga la trasparenza – che ci obbliga ad essere migliori in pubblico e in privato – all’opacità in cui si possono nascondere le peggio cose.
Quanto alla consapevolezza, ci dobbiamo lavorare tutti :-)