L’ultimo numero del settimanale freepress Ravenna e Dintorni contiene un interessante speciale su Ravenna e la rete, che arriva in un momento in cui l’interesse cittadino verso la cultura digitale sembra improvvisamente risvegliarsi dopo un lungo sonno (vedi il successo delle recenti iniziative Vitamine della Comunicazione e Barcamp CNA).
Fra gli articoli, una bella intervista che mi ha fatto Andrea Alberizia, dopo una chiacchierata in cui abbiamo parlato di molti argomenti: dalla gestione della propria identità digitale, all’uso del web che fanno politici e imprese locali.
Di tutti i temi che sono toccati nell’intervista, la scelta del titolista è caduta (avrei dovuto immaginarlo) sul “titolo ad effetto”, e così, sopra la mia faccia, campeggia a quattro colonne la lapidaria constatazione che “il sindaco non sa usare Facebook”: cosa peraltro vera, di cui ho scritto più volte nel corso dell’ultima campagna elettorale (vedi qui e qui).
Nei panni della cittadina ravennate che sono, vorrei chiarire che il fatto che Fabrizio Matteucci, in prima persona, non sappia usare Facebook, mi importa relativamente: i social network non te li ordina il dottore, e quello che chiedo a chi amministra la città non si risolve certo in due chiacchiere online.
Mi preoccupa invece che la comunicazione coi cittadini (soprattutto nella sua funzione di “ascolto”) venga sottovalutata o gestita in modo dilettantesco, perché questo è sintomo quantomeno del fatto di non saper scegliere i collaboratori giusti. Ho avuto di recente l’occasione di parlare con Roberto Basso, che ha diretto la campagna elettorale di Giuliano Pisapia nel 2001, e che racconta come Pisapia, pur essendo del tutto “fuori” dai meccanismi della rete e dei social network, abbia capito che:
Io poi sostengo da tempo che “online non esiste”, perché la realtà è una sola, anche se i livelli su cui si muovono le interazioni fra le persone sono tanti, sovrapposti, perennemente interagenti fra loro. A costo di irritare ulteriormente l’establishment ravennate, saldamente bersaniano (anzi dalemiano), cito Matteo Renzi che in un’intervista su Max afferma provocatoriamente
Io non ho mai detto che i ragazzi stanno solo su Facebook. Dico solo che bisogna smetterla di contrapporre luoghi fisici e luoghi virtuali. I primi si riempiono grazie ai secondi.
Vedo comunque che finalmente da Facebook è sparito il profilo Fabrizio Matteucci Due, e me ne rallegro. Magari, un passo alla volta, arriveremo a poter scrivere sulla bacheca del sindaco, senza ricorrere a trucchetti ingegnosi (tipo taggarlo in immagini che dicono “Matteucci fai spalare la neve anche nella nostra via”).
Il modo migliore di chiudere questa riflessione mi sembra quello di rilanciare da questo blog la pillola video che ho preparato per la campagna “Internet bene comune”: un minuto in cui dichiaro il mio amore per la rete, perché non vorrei mai ritornare a “quando Internet non c’era”. Buona visione :-)