#Luminol di Mafe de Baggis è un libro che ho amato da quando ha iniziato a germogliare fra le nostre conversazioni; ne ho letto, emozionata, le bozze quasi complete, e l’ho riletto qualche sera fa tutto intero per riossigenarmi i pensieri dopo un paio di settimane molto difficili.
Il punto di Mafe è che Internet, prima di tutto, è un eccezionale rivelatore di umanità: ci fa vedere cose di noi che prima restavano nascoste e che magari avremmo preferito non sapere, cosicché spesso molti l’accusano di renderci peggiori – ma è sempre la solita storia del dito e della luna. In compenso, come ogni tecnologia da quando l’uomo ha iniziato a inventarne, espande le nostre possibilità e, in fin dei conti, le nostre vite.
E, nel farlo, manda in frantumi molti dei nostri alibi.
C’è un’Italia che scopri solo girandola e non assomiglia molto né a quella raccontata dai media né a quella vissuta da chi la abita: un paese – migliaia di paesi – fatto di passione, emozione, spirito, sapienza, intraprendenza e tanta, tanta paura di stare sbagliando tutto che però non impedisce di agire. È un’Italia che ancora non ci crede, ma ci prova lo stesso.
In ogni posto in cui vado va in scena la stessa sceneggiatura:
“Qui siamo indietro”
“Lo dite tutti ovunque vado”
“Qui non ci aiutano”
“Lo dite tutti ovunque vado”
“L’erba del vicino è sempre più verde”
“Il vicino sei tu :-)C’è questa Italia che non è più solo romafirenzevenezia ma ancora non lo sa: quasi sempre l’energia nasce da piccoli gruppi agguerriti che fanno succedere le cose, ma a volte anche dalle istituzioni che decidono di farsi raccontare da altri cosa sta succedendo. E quello che sta succedendo è semplice: per una volta ce la possiamo fare, lo sappiamo fare, guarda mamma, lo stiamo facendo.
Mi ripeto queste parole mentre vivo gli ultimi giorni che ci separano dalla scelta della città che sarà capitale europea della cultura nel 2019. Ravenna è fra le candidate, e qui, come in tutte le altre città che partecipano alla gara ho sentito (e fatto) gli stessi discorsi: vista da dentro, ogni candidatura ha i suoi difetti, le sue incoerenze, gli opportunismi dei supporter e degli oppositori a oltranza, così come, vista da una certa distanza, ogni città sembra lucida e perfetta. E a ogni città questo progetto ha portato, e porterà qualunque sia l’esito, una boccata d’aria nuova, di energie, di idee che fioriranno.
La realtà è che ogni impresa, che si tratti di produrre un reddito dal proprio lavoro, crescere un figlio, provare a cambiare la scuola o a dare la giusta direzione alle politiche per il turismo, consuma lavoro, fatica e pazienza in quantità spropositate rispetto ai risultati: prendiamone atto una volta per tutte, smettiamola di piangerci addosso per questo, e usiamo tempo ed energie per lasciare le cose (almeno) un po’ meglio di come le abbiamo trovate.
Questo è il giorno in cui Alex Zanardi si sveglia e distribuisce ceffoni a mano aperta ai nostri “Non ce la faccio”.
— Giulia Blasi (@Giulia_B) October 12, 2014
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(commento marginale. Vista da fuori, ma abbastanza da vicino, la candidatura di Ravenna ha portato una gran botta di vita. Fino a pochi anni fa non avrei mai fatto 30 km per venire, se non per andare al mare o in gita scolastica. Ora mi arrivano sempre più notizie di cose interessanti da fare, che vanno ben oltre gli happy our. Forse è solo migliorata la comunicazione oppure davvero si fanno più cose, oppure semplicemente mi muovo perché mio fratello ha trovato lavoro lì, però il risultato è che scopro una bellissima città)
Valentina, il tuo commento mi sembra tutto tranne che Off Topic :-)