Prendo a prestito un brano del post-intervista che mi ha dedicato Donato Carriero sul suo blog Markingegno.biz:
Da anni sostengo convintamente che le PMI potrebbero abitare la rete meglio e con più vantaggi delle grandi aziende. Il web 2.0 è fatto di relazioni fra persone, e nelle piccole imprese le persone sono centrali, “escono” in modo più diretto e naturale che nelle big companies. Questo è vero soprattutto per le piccole imprese turistiche, gli artigiani, gli agricoltori che producono prodotti tipici estremamente legati al territorio, persone che hanno storie da raccontare, passione, abitudine a “metterci la faccia”.
Ma questo presuppone che i titolari e responsabili marketing di piccole imprese, associazioni e studi professionali aggiornino la propria “cassetta degli attrezzi” e aggiungano al proprio bagaglio di cultura generale i linguaggi e gli strumenti della rete: questo permetterà loro di
- misurare i risultati di azioni e campagne
- risparmiare, gestendo in prima persona la relazione col proprio mercato
- spendere meglio le risorse destinate ai fornitori, distinguendo fra chi vende fuffa e chi fornisce servizi davvero utili
Un libro che spiega come scegliere – o meglio, come diventare – il perfetto marketer di oggi è quello scritto da Douglas Mitchell, marketer statunitense che si propone di spiegare “how to market a business”.

Disclaimer: il libro mi è stato inviato in omaggio con la richiesta di scrivene una recensione sul mio blog; la recensione che ne faccio in questo post è comunque indipendente dal fatto che non ho pagato i 9 euro circa che mi sarebbe costato acquistarlo in versione Kindle.
Mitchell definisce il marketing come:
il processo di generare e acquisire la domanda [dei nostri prodotti/servizi] coinvolgendo clienti già potenzialmente interessati, e adattandosi continuamente per restare sempre rilevanti
I presupposti per farlo sono:
- non pretendere di conoscere tutto, ma sapere dove trovare le risposte
- aumentare la velocità di reazione
- alleggerire le pesanti infrastrutture IT interne e sfruttare tutte le potenzialità degli strumenti online
- creare aziende “agili”, in cui lavorano persone “agili”
I requisiti del bravo marketer devono quindi comprendere:
- sapere usare bene tutti gli strumenti di ricerca e acquisizione delle informazioni, in primo luogo Google (feed reader e alert compresi) e Twitter
- misurare i risultati, conoscere i concetti fondamentali di web analytics, saper leggere e comprendere un report (cominciando da Google Analytics) e impostare obiettivi e test
- avere la curiosità di conoscere anche gli aspetti “tecnici”, ad esempio i concetti base di HTML e CSS che aiutano a cavarsela da soli per risolvere problemi semplici, e a capire cosa è ragionevole chiedere ai tecnici esperti
- saper scrivere, segnalare, distribuire contenuti interessanti, sia propri che altrui, creando legami e interesse
- conoscere la logica e i linguaggi dei social media:
- il fatto di usare una piattaforma senza pagare un canone non significa che “è gratis”
- non basta “esserci” se non si ha una strategia su “come” esserci (che persone cercare, che contenuti condividere, etc)
- bisogna saper misurare anche le proprie azioni sui SN
- bisogna capire che a SN diversi corrispondono utilità e strategie diverse
- capire bene i fondamentali del SEO: farsi trovare attraverso i motori di ricerca è, per il 90%, frutto di un buon lavoro “di base”, cioè buon codice, contenuti interessanti e capacità di farsi linkare, e questo modo di lavorare deve diventare parte del DNA interno, se non volete spendere tutti i vostri soldi per far rimediare dal SEO-expert di turno i vostri madornali errori
- conoscere e saper governare i concetti di base di grafica, per poter lavorare meglio con freelance e agenzie, farsi produrre i materiali che servono e nei formati che servono
- sfruttare la potenza dell’email marketing, senza farsi tentare dalla scorciatoia dello spam
- comprendere e usare l’enorme potenzialità dei video
Rileggendo la checklist scritta da Mitchell, la trovo molto simile al programma dei miei corsi-base di web marketing, che sono poi i temi di cui scrivo nei miei post “Common Sense Dispenser”. “It’s not rocket science“, come scrive Steve Krug a proposito dell’usabilità dei siti, ma questi concetti di base sono da capire, conoscere e praticare: non è più pensabile continuare a fare impresa ignorandoli.
Proprio di concetti base parleremo il 20 maggio in una giornata di convegno intitolata appunto “Back to basics”, durante l’evento Officina della Comunicazione. Qui il programma provvisorio di Back to basics, a breve altri dettagli.
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Bel post Alessandra. Grazie. Purtroppo però troppe PMI, troppi artigiani non hanno un responsabile marketing. alcuni suppliscono con l’intuito, l’empatia, la curiosità, ma gli altri? cosa ne pensi del responsabile marketing in outsourcing? o temporary marketing manager?
Ciao Antonella,
nella piccola impresa e nell’impresa individuale, è giocoforza indossare molti cappelli; io stessa, quando ero AD di Wafer, facevo contemporaneamente (oltre all’AD) la commerciale, la responsabile risorse umane, la responsabile marketing & comunicazione dell’agenzia, e più di una volta il customer care e magari qualche pezzetto di sviluppo ;-)
Io credo che la conoscenza dei principi base di comunicazione e marketing sia essenziale per chi fa impresa. Poi outsourcing e delega sono essenziali, ma, se non capisci quel che stai delegando, sei cieco e bendato nelle mani del tuo consulente/fornitore, e questo non è mai bene alla lunga.
L’outsourcing totale e “me ne lavo le mani e non ci penso più” non funziona, perché la relazione con clienti e stakeholder non può essere esternalizzata completamente.
Io, come consulente o temporary manager, cerco sempre di “lavorare per rendermi superflua”: solo così il mio lavoro ha un’utilità reale per quel cliente (e, di conseguenza, mi porta nuovi lavori, nuovi incarichi, nuovi clienti).
Ciao alessandra, grazie del post (questo e tutti gli altri!).
Vorrei farti una domanda fuori tema, relativa al convegno del 20 maggio: sono andata sul sito di officinadellacomunicazione punto eu ma non sono stata in grado ti trovare info riguardo alla possibilità, per i privati, di partecipare e, se sì, eventuale costo.
grazie in anticipo, se avrai risposte tu per me/noi :)
daniela
Ciao Daniela,
il convegno è gratuito, e devi registrarti (trovi il form all’indirizzo http://www.officinadellacomunicazione.eu/PreRegistrazione.aspx). Nei campi relativi all’azienda, metti magari le info dell’Università (leggo dalla tua pagina About che fai l’architetto dell’informazione lì) :-)
… eh sì!
Grazie grazie grazie.
Sei minuti per la risposta sono già “velocità della luce”, in tutto ciò sei riuscita anche a spulciare il mio about. Hai un app speciale per iPad-iPhone?
La voglio ;)
ah ah ah :-D no, è che sto facendo della melina invece di fare i compiti (cioè preparare lo speech per il convegno del 20). Ora chiudo la posta, mi metto sotto pomodoro http://www.pomodorotechnique.com/ e smetto di rispondere. Mi raccomando, se vieni il 20 presentati (e ricordami chi sei, senza fidarti della mia vacillante memoria per i nomi ;-))