Questo post nasce da una conversazione molto interessante che si è svolta all’interno della community dei Partner Mailchimp, ospiti Lain Shakespeare e Josh Penny, rispettivamente Senior Director e Manager del team Corporate Citizenship di Mailchimp.
Il progetto Corporate Citizenship è iniziato nel 2013, quando Mailchimp aveva circa 150 dipendenti (oggi sono più di 2000); Ben Chestnut iniziò a ragionare con Lain Shakespeare, allora nonprofit brand manager nel reparto marketing, su come Mailchimp dovesse rapportarsi alla propria comunità. La decisione che presero in quel momento fu di sostenere soprattutto iniziative locali nate dal basso, piccole e medie organizzazioni spesso trascurate dalle grandi aziende ma in grado di sviluppare iniziative e idee innovative.
Da allora, Mailchimp ha sostenuto nel tempo più di 200 organizzazioni, con oltre 12 milioni di dollari impegnati in progetti di vario tipo; inoltre il team Corporate Citizenship lavora insieme ad altri team di Mailchimp su iniziative, ecco due esempi:
La scelta di Mailchimp è quella di sostenere il lavoro di chi, anche in piccolo, cerca di cambiare il mondo, trovando soluzioni creative applicabili su scala locale. Spesso questo genere di iniziative vengono bollate come scarsamente efficaci; in realtà il loro problema è soprattutto la carenza di risorse sufficienti a sviluppare le proprie idee, creando opportunità per artisti, imprenditori sociali, microimprese.
L’impegno di Mailchimp finora è stato soprattutto focalizzato sulla comunità locale di Atlanta, ma con l’apertura di nuovi uffici a Brooklyn, Oakland e Vancouver stanno iniziando a lavorare anche lì: non a caso, nell’Annual Report 2021 compare la Brooklyn Community Foundation.
Mailchimp incoraggia in molti modi l’impegno attivo dei propri dipendenti:
A marzo 2020 Mailchimp ha attivato un piano da 2 milioni di dollari per fare fronte all’emergenza Covid-19; in parte si trattava di fondi già destinati alle emergenze, in parte di risorse aggiuntive. Questo ha significato destinare circa mezzo milione di dollari a ciascuna delle seguenti voci:
Inoltre, a fine anno, Mailchimp ha deciso di devolvere in beneficienza gli 80.000 dollari destinati ai regali di Natale per i partner e ha fatto un sondaggio fra tutti noi per farci scegliere a quale organizzazione destinarli, in una rosa di sei candidati: World Central Kitchen, International Rescue Committee, Equal Justice Initiative, Surfrider Foundation, New Story, GiveDirectly.
Ne è risultata una ripartizione molto equilibrata delle donazioni, del resto la scelta era molto difficile perché tutte fanno un lavoro encomiabile, in ambiti molto diversi che vanno dall’iper-locale al globale.
Di impatto tutt’altro che locale è stato l’impegno di Mailchimp in vista delle elezioni presidenziali 2020, il cui esito in Georgia era tutt’altro che scontato. Oltre a dichiarare che 3 novembre, un martedì, sarebbe stato giorno di ferie pagate, così da favorire la partecipazione al voto dei dipendenti, Mailchimp:
Sicuramente il mio punto di vista non è oggettivo, dato che lavoro con (e ultimamente per) Mailchimp da tanti anni, ma le parole che scelgono per spiegare ciò che fanno continuano a farmi innamorare.
Parlare di Corporate Citizenship invece che di responsabilità sociale d’impresa mi fa pensare al mettersi uguali fra uguali, rimboccandosi le maniche per far funzionare meglio il posto dove tutti viviamo: non è fare la carità dall’alto della propria posizione di vantaggio, ma scendere per strada e camminare insieme.
Ai progetti di Corporate Citizenship Mailchimp è dedicato un sito rinnovato da pochissimo e anche quello con un titolo bellissimo, Big Changes Start Small; questo è il video di presentazione.
È attraverso i canali del Mailchimp Partner Program che sono venuta in contatto con una piccola ONG ugandese, Cefarh, che fa un lavoro prezioso sul campo per promuovere la salute riproduttiva di donne e adolescenti e sostenere una comunità spesso attraversata da guerre interne e violenza.
Loro cercavano qualcuno che li aiutasse a raccogliere donazioni; io ho chiamato a raccolta la community del Freelancecamp e abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro che sta sistemando sito, canali social, newsletter.
Il nostro lavoro non è ancora terminato, ma se nel frattempo anche tu vuoi dare una mano, vai a leggere cosa fa Cefarh in Uganda e contribuisci con una donazione, piccola o grande che sia.