Ho parlato di email marketing a un gruppo di imprenditori in CNA Ravenna e ho cercato di condensare in mezzora i principi-guida dell’email marketing sano.
Sono partita dalle basi, che spesso chi fa il mio lavoro dà per scontate, invece non lo sono affatto: dalle domande del pubblico, che gli organizzatori avevano raccolto prima dell’incontro, emergono pratiche tuttora diffuse come quella di spedire messaggi a decine di destinatari alla volta, tutti in conoscenza nascosta (o addirittura in CC), o la tentazione di imboccare scorciatoie pericolose e controproducenti come le famigerate liste di indirizzi acquistate da chissà chi.
Invece mai come oggi è fondamentale rispettare il tempo di chi scrive, scrivere solo a chi si aspetta di ricevere qualcosa da noi, stabilire un patto che contempli il valore che offriamo a chi ci leggerà, in cambio della sua attenzione.
Scrivere perché abbiamo chiaro in testa un obiettivo: non si tratta solo di vendere, ma anche — soprattutto — di mantenere viva una relazione. E questo obiettivo deve prendere la forma di un invito — la call to action, una proposta evidente, esplicita, motivante — che dobbiamo proporre nel modo giusto, senza che ci sia bisogno di sforzarsi per capire.
Infine, pensare all’email marketing come parte di una strategia più ampia: è inutile limare e ottimizzare le newsletter se di là dal clic non c’è un’offerta convincente e facile da accettare, ed è pericoloso lavorare senza darsi obiettivi e misurare ciò che funziona e ciò che non funziona.
Le slide del mio intervento sono qui sotto e su Slideshare.
Il 22 e 23 marzo terrò due giornate di corso a Milano, la prima sull’email marketing e la seconda su MailChimp: ci sono ancora dei posti, io avrò appena finito la terza edizione del libro e avrò un sacco di casi nuovi da raccontare.