Anche se rispetto al 2010 molte funzioni di Facebook sono radicalmente cambiate, la premessa necessaria che facevo allora è sempre valida, quindi la riprendo pari pari:
Non potete iniziare a usare Facebook a scopi aziendali se prima non vi fate un’idea di come funziona; quindi, se fino ad oggi non vi siete iscritti, è arrivato il momento di farlo.
Aprite il vostro profilo personale, con il vostro nome e cognome; leggete attentamente le Condizioni d’uso, che sono un vero e proprio contratto che vi impegnate a rispettare; aggiungete come amici prima di tutto le persone che conoscete bene, e a cui magari potete chiedere un consiglio “a voce”; e iniziate ad aggiornare la vostra pagina con pensieri, foto, video.
Ragionate su quali livelli di privacy volete mantenere, e su cosa pubblicate online: ricordatevi che state via via costruendo una parte della vostra “immagine pubblica”, che inevitabilmente si rifletterà anche sulla reputazione della vostra attività aziendale.
Se alla fine di questo percorso di esplorazione avrete deciso che Facebook non fa assolutamente per voi, prendetevi una pausa di riflessione prima di usarlo per la comunicazione aziendale: il marketing attraverso i social media funziona bene solo se lo riuscite a fare in modo spontaneo e personale, e magari divertendovi anche un po’. Usare un social network non è qualcosa che vi ha ordinato il medico, e, se non vi trovate a vostro agio nel farlo, probabilmente incontrerete molte difficoltà a usarlo in modo disinvolto e naturale per lavoro.
Se invece ci avete preso gusto, iniziate a collegarvi anche alle persone che conoscete per lavoro, in particolare ai vostri clienti: leggendo sulla vostra homepage i loro status update e osservando i loro gusti e opinioni, otterrete informazioni che vi torneranno utili nella gestione della vostra relazione con loro.
Molti, per ignoranza o perché mal consigliati, creano per la propria organizzazione un profilo personale: è così che ci arrivano improbabili “richieste di amicizia” da parte di hotel, associazioni, vasetti di yogurth e località balneari.
Anche se a prima vista un profilo presenta alcuni vantaggi rispetto alla pagina, in particolare la possibilità di chiedere proattivamente l’amicizia e spedire messaggi non richiesti a chiunque ci venga in mente (il che corrisponde esattamente alla definizione di spam), ci sono molti ottimi motivi per cui non dovete farlo:
Cosa fare se avete creato un fake profile e volete “mettervi in regola”? Facebook mette a disposizione una funzione di migrazione da profilo a pagina che trasforma il profilo in una pagina regolare:
Attenzione: non è scontato che la migrazione funzioni, e ci sono casi in cui essa viene bloccata per motivi imperscrutabili: può essere che il vostro profilo sia stato segnalato come fake da qualcuno, o che Facebook abbia registrato un’attività a suo parere sospetta (ad esempio una crescita troppo rapida degli amici, o un traffico intenso di messaggi verso persone a cui non siete collegati). Se la migrazione non funziona, l’unica possibilità che vi resta è quella di ricominciare da capo, creando la vostra pagina ex novo secondo le regole, e facendola crescere in modo naturale – magari con l’aiuto di un po’ di pubblicità.
In questo post racconto un caso piuttosto intricato di migrazione, complicato dalla presenza di un doppio profilo fake: in quel caso ci è andata bene, e successivamente il cliente non si è mai pentito di averlo fatto, anzi ha usato con profitto le funzionalità specifiche della pagina per promuovere le proprie iniziative.
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Te pensa che la neonata pagina FB della Cooperativa Sociale Zerocento http://www.facebook.com/CooperativaSocialeZerocentoONLUS ha appena ricevuto come fan il signor Bergaminelli di nome e AndPartners di cognome http://www.facebook.com/bergaminelli.andpartners di mestiere società di consulenza.
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