Arianne Jeffries in un post su Read Write Web commenta i dati di traffico Internet rilevati in agosto negli USA, con il “sorpasso” di Facebook su Google:
Users spent 41.1 billion minutes on Facebook in August, 39.8 billion minutes on Google, and 37.7 billion on Yahoo.
Le riflessioni che seguono ruotano essenzialmente attorno alla domanda se Google debba essere preoccupata di questo trend, e debba cercare di recuperare terreno e guadagnare uno share sempre maggiore del nostro tempo.
Francamente, mi pare che stiamo misurando le cose sbagliate, e cercherò di spiegare perché.
A differenza di Facebook, Google non è un “posto dove stare”, ma il punto di partenza per andare da qualche altra parte. La sua utilità è quella di farci trovare altre destinazioni, il più possibile “giuste” rispetto a ciò che stiamo cercando, e la sua superiorità come motore di ricerca è stata da sempre nel segno della velocità, da quando è nato all’Instant Search di questi giorni. Se ci capita di fermarci un po’ su Google, è per giocare con l’occasionale Doodle del giorno, salvo pentirci quasi subito perché stiamo perdendo tempo.
Peraltro, dal punto di vista degli inserzionisti pubblicitari, è meglio mostrare un’offerta a chi la sta cercando o cercare di attrarre l’attenzione di qualcuno impegnato a fare altre cose? Tutte le volte che analizzo i risultati di una campagna Adwords, la percentuale di persone che cliccano su un annuncio comparso a fianco di una ricerca è nettamente maggiore di quelli che mostrano interesse per gli annunci pubblicati vicino ad altri contenuti, e ancora di più sono diverse le “conversioni” che ne seguono..
Non voglio dire che la pubblicità su Facebook (o in genere la pubblicità tabellare sui siti web) non serva in assoluto (ho esempi che provano il contrario), ma personalmente, nei panni di chi decide dove investire i suoi budget, mi preoccuperei di spendere i soldi dove mi danno i risultati migliori, non di quanto tempo passa la gente a guardare i miei cartelloni.
L’altro motivo di disagio è l’idea che la mia vita, il mio tempo, siano l’oggetto di una gara, e che in questa gara la classifica fra i concorrenti sia fatta su quanto tempo mi fanno spendere (o perdere?), e non su quanto mi sono utili.
Personalmente, quando metto in fila le cose per me importanti, non ne misuro le dimensioni fisiche, ma variabili come l’utilità, il piacere, l’intensità, la comodità. E non aspiro nemmeno a restare connessa 24 ore al giorno, anzi trovo che ogni tanto uno “stacco” sia utile per ripulire i pensieri e chiarire le idee.
Quindi, invece di sforzarvi per farmi perdere tempo, potreste propormi qualcosa che mi serve veramente, che mi semplifica la vita, che mi fa stare meglio, e darmelo anche il più velocemente possibile, cosicché io possa staccarmi dal video e andare a vivere il resto della mia vita? È il modo migliore per farvi amare, ve l’assicuro.
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Concordo pienamente sul fatto che sia illogico usare come indicatore il tempo speso su Google e su Facebook, proprio per il fatto che rispondono a logiche completamente diverse: Facebook è per le relazioni e quindi l’aumento di tempo speso è certamente positivo, mentre la diminuzione della permanenza su Google è altrettanto positiva dato che, come dici, tu è uno strumento per raggiungere nel modo più veloce possibile le informazioni che stiamo cercando (inoltre mi hai dato un ottimo spunto per un post :D)