Non mi era mai successo, negli ultimi anni, di lavorare così tanto d’estate.
Quest’anno non sentivo il bisogno di staccare, ma piuttosto di riattaccare, ritrovando il senso del mio lavoro e anche il piacere di farlo dopo un lungo periodo di straniamento e vertigine.
Non è un caso se negli ultimi mesi ho scritto così poco nel blog: mi sentivo come una che si è distratta un attimo, risvegliandosi poi in una realtà divenuta nel frattempo infinitamente più vasta e difficile da tenere insieme.
Fino a qualche tempo fa mi ritenevo “una brava generalista”, sempre aggiornata su tutti o quasi gli aspetti del marketing digitale. Come molti di quelli che hanno iniziato ad abitare la rete fra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, mi sono costruita i primi siti da sola, ho aperto account in social network all’epoca quasi sconosciuti, e per anni mi sono sentita al centro delle cose, parte di una comunità vasta ma molto interconnessa di artigiani, sperimentatori, esploratori.
Negli anni ho lavorato alle strategie online di decine – se non centinaia – di clienti, unendo l’esperienza in prima persona allo studio dei casi degli altri, e sempre continuando ad avere chiaro in testa come funzionavano tutti i pezzi del sistema.
Poi, a un certo punto, è come se fossimo passati dalla fase artigianale a quella industriale: la velocità di evoluzione degli strumenti si è impennata, ogni ambito si è iperspecializzato, e la competizione per il tempo e l’attenzione si è fatta durissima.
In un paio d’anni, si è passati da “esperti in social media marketing” a “esperti nell’advertising Facebook indirizzato all’installazione di app mobile” – l’aspetto positivo è che si possono fare cose strabilianti, inimmaginabili fino a poco tempo fa, quello negativo è che diventa sempre più faticoso capire cosa fanno i tuoi colleghi, non per farlo al posto loro, ma semplicemente per avere il polso di quel che si può fare.
Così io, fra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, sentivo l’urgenza di fare tre cose:
Come è facile immaginare, le tre cose sono strettamente legate insieme.
Tralascio la prima, che è la meno interessante per chi legge; dell’ultima, per il momento vi dico solo che ho lavorato su alcuni progetti, molto diversi fra loro ma tutti molto stimolanti, e fra questi un meraviglioso sexy shop di cui ho completamente riorganizzato la strategia e rimesso sui binari giusti tutti i pezzi, coordinando un gruppo di lavoro veramente fantastico (grazie Silvia, Roberto, Emanuele).
Quanto a Digital Update, la stagione che partirà a settembre sarà un’altra volta un alzare la posta, proprio perché c’è un enorme bisogno di continuare a studiare, di imparare a lavorare ogni giorno meglio.
I corsi sono diventati tanti, più di trenta, ciascuno inserito all’interno di uno o più percorsi tematici; questi ultimi sono progettati per rispondere alla domanda “cosa devo sapere per fare bene <il mio lavoro>?”, dove <il mio lavoro> è, di volta in volta, la sfida che hanno davanti le persone in aula, per esempio guidare la propria impresa all’interno del cambiamento portato da Internet, progettare e implementare una web content strategy efficace, far rendere davvero bene l’email marketing.
Avremo una sede tutta nostra: ne sono emozionata e anche un po’ spaventata; io che l’ho vista so che è bellissima e avrà tutto lo spazio e le attrezzature che servono per accogliere le persone anche meglio che in questi anni, ma al tempo stesso vuol dire fare davvero sul serio, piantare qualcosa di più che una tenda da nomadi come abbiamo fatto in questi tre anni.
Non è sempre facile. Ieri leggevo una lunga riflessione di Mariachiara Montera sul cambiamento, che a volte vorremmo rimandare, perché capitano quei momenti in cui davvero non vorresti essere costretta a decidere nulla. A me, per dire, i cinquant’anni mi han presa malissimo, come una scadenza di bilancio a cui mi sono presentata senza i conti a posto.
E non è sempre vera la retorica motivazionale del “dopo ne esci più forte”, certe fasi di crisi ti lasciano con le ossa ammaccate. Ma sono qui per restare, e ho ricominciato a scrivere, e non è vero che sono capace solo a parlare.
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Grazie Alessandra, sono una quarant…. con delle idee e la convinzione di essere passata oltre e non poter più fare niente. Mi hai illuminato: forse sai proprio scrivere!
Ciao Alessandra,
proprio poco tempo fá mi chiedevo dove ti eri nascosta, visto che non vedevo più tuoi post sui social. Ho appena dato anch’io una svolta alla mia vita come consulente/freelance e dal tuo libro “E mail marketing in pratica” ho preso molti spunti che ho citato anche sul mio sito http://www.marcogentilini.com . Quindi, piacere di averti ritrovata e,..un grande in bocca al lupo per la nuova sede.
Mi fa piacere che tu abbia ricominciato a scrivere.. ne sentivo la mancanza!