Un flusso automatico bene impostato fa risparmiare tempo e aiuta a vendere, ma gli automatismi vanno controllati e “registrati” con regolarità: un costo di tempo e attenzione da non sottovalutare. Non smetto mai di impararla, questa cosa, e le ultime settimane di lavoro me l’hanno ricordata più di una volta.
Di recente ho raccontato come sto usando MailChimp in un progetto di ecommerce, Simplycris; fra le altre cose ho impostato dei messaggi post-acquisto molto curati, addirittura differenziati fra il primo acquisto e i successivi.
Simplycris, come tante piccole aziende, ogni tanto chiude per ferie; l’hanno fatto per una settimana fra Capodanno e l’Epifania, dopo un dicembre particolarmente impegnativo e di soddisfazioni. Prima della chiusura quindi abbiamo modificato la pagina del carrello e del checkout per avvisare che le consegne sarebbero state fatte fino a tutto il 29 dicembre, per riprendere l’8 gennaio.
Nonostante questo, nella prima settimana di gennaio sono comunque arrivati diversi ordini: anch’io ero in pausa, ma a un certo punto ho avuto un flash e ho realizzato che dovevo mettere in pausa per qualche giorno anche i messaggi post-ordine:
Sono corsa a bloccare la partenza delle mail segnandomi di riattivarle dopo la riapertura, ma qualche messaggio di troppo era già partito.
Lezione #1: nella checklist delle cose da fare prima di chiudere per ferie, oltre ad attivare l’Out of Office della tua casella, controlla anche i messaggi automatici del tuo mailer, e se è il caso sistemali o mettili in pausa.
Quando ho aperto l’account Simplycris per riattivare gli ultimi messaggi automatici che avevo messo in stand-by, ho fatto un salto sulla sedia: tutte le Automation dell’account risultavano in pausa! Non solo i messaggi post-ordine che avrei dovuto riattivare, ma la serie di benvenuto per gli iscritti della mailing list, i messaggi per i clienti inattivi, gli auguri di compleanno: stop totale.
Cos’era successo? Beh, una buona notizia: con gli ultimi ordini e le ultime iscrizioni dal sito il totale iscritti dell’account aveva appena superato i fatidici 2000 iscritti, evviva! Però questo aveva fatto immediatamente scattare l’obbligo di passare dal piano Forever Free al Monthly Plan a pagamento; e ovviamente queste cose succedono nel momento in cui il tuo cliente, l’unico che può autorizzare i pagamenti, è impegnato in giro, e ti tocca rincorrerlo al telefono sperando che riesca a sistemare tutto il prima possibile (ce l’ha fatta, è stato bravissimo).
Lezione #2: se hai un piano Forever Free e stai già usando le Automation (e fai benissimo a farlo!), non ridurti all’ultimo momento per attivare il piano a pagamento: quando vedi che stai per arrivare a 2000, paga con qualche giorno di anticipo.
Ho scritto spesso dell’importanza di tenere la lista leggera, ripulendola con regolarità degli iscritti il cui interesse si è affievolito. Negli ultimi anni l’ho fatto più volte, sia per progetti miei sia per clienti, ma a un certo punto mi sono stancata di ritrovarmi sempre a dover replicare la mia procedura standard di list-cleaning, quella che ho raccontato in questo post:
Così mi sono chiesta, c’è un modo per mettere tutto dentro a un’Automation, per non dovere ogni volta rifare tutto da capo — e anche per avere una visione meno frammentata del processo di list-cleaning? Ci ho pensato su e l’ho costruita, con un po’ di rammarico per non averlo fatto prima. Ma questo sarà l’argomento del prossimo post, List cleaning: un’automation che dura per sempre.
Lezione #3: non fermarti alla prima soluzione, puoi sempre migliorare.
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