Sabato ho letto sul Sole 24 Ore un bell’articolo su un ingegnere australiano, che, passati i 40 anni, è venuto a vivere in Val Primiero (Trentino), terra d’origine dei genitori, e qui ha messo in piedi un progetto che sta facendo arrivare la rete a banda larga (e con questa tantissimi servizi veramente utili) alle persone della valle.
Dalla sua malga in legno e pietra, Mr. Bond ora continua a lavorare come consulente in management, ma lo fa muovendosi solo quando serve, e lavorando via Skype ed email davanti al panorama delle Pale di San Martino.
Sarà che in Trentino con l’autonomia tutto è meno complicato, sarà la mentalità pragmatica degli anglosassoni, ma a me sembra che sia ora che tutti cominciamo a lavorare seriamente per qualcosa che vale la pena di essere fatto, e che si possa spiegare – e mostrare – senza tanti giri di parole:
Se parlo a un artigiano di Ftth (fibra ottica) o di supply chain, forse fatica a comprendere; ma se viene qui a casa, vede che io lavoro da qui, che con computer e cellulare faccio tutto, e che sto pure bene, allora anche per lui il discorso diventa semplice
La cosa più bella dell’intervista – quella che mi ha lasciato con la convinzione che sì, un altro mo(n)do (di lavorare, produrre, far profitto, spendere il nostro tempo) è possibile – è la semplicità con cui Mr. Bond spiega che no, non necessariamente dobbiamo rassegnarci al “ci vorrà tanto tempo”:
So che in natura funziona così: se il 4% delle molecole di un bicchier d’acqua arriva allo stato di vapore o si ghiaccia, tutta l’acqua del bicchiere bolle o gela. È un vedere improvvisamente qualcosa che hai davanti da tanto, magari un esempio che ti pare irripetibile, ma non lo è affatto.
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