[Nel nuovo libro scritto da Luigi Centenaro insieme a William Arruda, “Digital You – Fai carriera con il personal branding online”, c’è un mio contributo, frutto soprattutto di dieci anni di esperienza col Freelancecamp; lo pubblico qui col permesso dell’autore]
Senza la certezza di uno stipendio fisso, il nostro reddito dipende dalla continuità del nostro lavoro, perciò – volenti o nolenti – dobbiamo dedicare una parte considerevole del nostro tempo e delle nostre energie ad attirare opportunità; anzi, per meglio dire, a farci scegliere e comprare, in un mercato spesso affollato di persone che fanno più o meno il nostro stesso lavoro.
Già capire questa cosa – che il tempo e l’energia che dedichiamo a farci scegliere sono anch’essi parte integrante del nostro lavoro – è un grande passo avanti, per nulla scontato: in questi anni, incontrando ai Freelancecamp centinaia di freelance alle prime armi, ho constatato quanto stupore susciti il rendersi conto che, lavorando in proprio, solo una parte del nostro tempo riusciremo a dedicarla a quello che sentiamo come “lavoro vero” (i servizi per cui ci pagano, che si tratti di web design, programmazione, interpretariato o altro), e quanto invece dovremo investire, in modo continuativo, su relazioni e promozione.
Per me significa riflettere, senza dare mai nulla per scontato, sul senso del proprio lavoro.
Sottolineo il “senza dare nulla per scontato” perché col passare degli anni si cambia, si evolve, e, se i valori restano in genere costanti perché fanno parte di noi, non così è per gli obiettivi, gli interessi, il mercato di riferimento.
Una volta chiarite le idee su tutto questo, il passo successivo è domandarci:
Guardarsi da fuori, con gli occhi degli altri, è un esercizio che richiede empatia e umiltà. Uno dei miei mantra è una citazione dal romanzo Caos calmo di Sandro Veronesi, il cui protagonista ricorda che “la gente pensa a noi infinitamente meno di quanto crediamo”: agli occhi dei nostri potenziali clienti noi possiamo essere, nella migliore delle ipotesi, la soluzione di un loro problema, la risposta a un loro bisogno, e ciò che aumenta la probabilità di far scattare la scintilla che porta a dire “è la persona che fa per me” è un lavoro paziente di costruzione e posizionamento della nostra offerta. Certo, l’elemento della casualità, della fortuna, aiuta sempre, ma la fortuna va aiutata, mettendosi nelle condizioni di aumentare la probabilità degli incontri e di un loro esito positivo.
Il passaggio dalla riflessione all’azione è spesso fonte di criticità, perché agire significa mettere in fila le attività, definirne le priorità, stimare i costi (a fronte dei risultati attesi) e spesso aver bisogno di affidare parti del lavoro ad altre persone: design di logo e immagine coordinata, progettazione di un sito web adeguato, creazione di contenuti, distribuzione di questi contenuti attraverso canali digitali e non (perché esserci non significa essere visibili).
Non esistono ricette preconfezionate valide per tutti, ma sono utili le checklist, strumenti quali i Canvas, gli esercizi da usare in modo critico, riflettendo su scopo e funzione di ogni strumento nel “nostro” caso, così da creare un piano d’azione (e di investimenti) sostenibile. Quando iniziamo a lavorare in proprio o quando la nostra vita professionale è a uno snodo importante, è necessario che questo si rifletta nel modo in cui ci presentiamo al mondo e che le innumerevoli tracce che lasciamo di noi – la nostra impronta digitale sempre più estesa – siano coerenti e allineate con gli obiettivi e il posizionamento che ci siamo dati.
L’esperienza del Freelancecamp è stata e continua ad essere una palestra in cui lavoriamo su questi temi in molti modi:
Così il Freelancecamp è al tempo stesso un’occasione per imparare a fare un buon personal branding (dove con buono si intende senza formulette magiche, ma che approfondisce in modo competente metodi e strumenti utili) e un palcoscenico in cui mettersi in gioco, dove la generosità della condivisione viene premiata con la generazione di un passaparola fecondo che negli anni ha visto nascere collaborazioni, progetti, evoluzioni professionali.