Come raccontavo nel mio post di domenica sull’informazione online, sabato scorso ho tenuto un seminario su come è cambiata la comunicazione con l’avvento della rete sociale. Il seminario era organizzato dal PD ravennate, quindi – sebbene gran parte delle cose che ho raccontato siano valide ben al di là dell’ambito della comunicazione politica – quasi tutti gli esempi riportati riguardano uomini e donne che fanno politica, in Italia e negli USA.
La “cassetta degli attrezzi per l’online“, metafora che mi è cara (qui un video di qualche mese fa in cui ne propongo un’altra versione), è organizzata secondo la logica del “saper leggere, scrivere e far di conto“: competenze-base, rigorosamente necessarie e da applicare in quest’ordine (ascolta prima di parlare, dopodiché agisci, e infine misura i risultati delle tue azioni).
Se il tono di certe slides è volutamente provocatorio, questo è dovuto al fatto che ritengo ormai necessario suonare la sveglia nelle orecchie di chi ancora si attarda a non capire che il mondo è cambiato: naturalmente il mondo della politica non è il solo ad attardarsi in visioni del mondo ormai superate dai fatti, soprattutto nelle situazioni in cui si gestisce una maggioranza da decenni considerata solida e inamovibile, ma lo stesso discorso vale per tante imprese che non si rendono conto che o si abbraccia il cambiamento o si corre verso l’estinzione.
Durante il seminario di sabato, la persona intervenuta prima di me ha mostrato un lungo estratto video sulla campagna Obama per le presidenziali 2008: io dopo di lui ho scherzosamente osservato che, in questo settore, parlare di un case study del 2008 ormai è archeologia, ma ovviamente è vero che Obama ha segnato un punto di svolta nel modo di usare la rete in politica.
L’episodio mi ha fatto ricordare un altro seminario dell’estate 2008, tenuto proprio a Ravenna da Antonio Sofi e Giovanni Boccia Artieri, in cui si analizzò la campagna delle primarie democratiche e come la chiave del successo di Obama su Hillary Clinton fosse stata quella di essere passati dalla logica della mailing list a quella del network.
In quel seminario, di cui allora scrissi nel blog di Wafer, vennero messi in luce alcuni concetti chiave, che restano completamente veri e che io continuo a ribadire in ogni mio corso (compreso quello di sabato scorso):
Per chi è particolarmente interessato al tema della comunicazione politica oggi, consiglio di visitare i miei post con i video girati durante l’incontro di qualche mese fa con Alec J Ross, consigliere per l’innovazione del Dipartimento di Stato americano; fra l’altro, proprio in quell’occasione si ragionò di come Twitter fosse ormai un fenomeno di massa negli USA, mentre in Italia era ancora ristretto alla minoranza dei tecnofili, e Alec profetizzò che prima o poi qualcosa – un evento, un referendum, una particolare campagna di comunicazione – avrebbe fatto impennare la notorietà e il numero di utenti anche qui. Beh, è successo. Sveglia!
1 commento a “Social media e comunicazione (politica, ma non solo): una cassetta degli attrezzi”
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