Giovedì scorso al Tempio Adriano di Roma, alla presenza di Matteo Renzi, Marianna Madia e del direttore di AGID Alessandra Poggiani, io e altre 99 persone arrivate da tutta Italia su chiamata del Digital Champion italiano Riccardo Luna abbiamo ufficialmente dato il via al progetto www.digitalchampions.it: una rete di attivisti del digitale che – senza retribuzione né staff né budget – si prendono l’impegno di promuovere la cultura e la pratica dell’innovazione in tutto il paese.
La natura dell’incarico, le raccomandazioni dell’Unione Europea, la storia di come si sta dipanando il progetto in Italia, puoi leggerle sul sito www.digitalchampions.it e in particolare nella pagina delle FAQ; c’è anche l’elenco dei primi 100 Digital Champions e una form in cui, se vuoi, puoi dirci che ti va di collaborare in qualche modo.
Quando Riccardo Luna mi ha proposto di essere il Digital Champion per Ravenna ci ho pensato su un po’, ma non troppo a lungo. Per mia abitudine, quando si aprono delle nuove strade tendo a concentrarmi sulle opportunità piuttosto che rimuginare su mancanze e difetti, inevitabili in ogni avventura umana.
Per citare Steve Jobs, puoi unire i puntini solo a posteriori, e davvero per ciascuno di noi farci chiamare “Digital Champion” significa dare un’etichetta e provare ad amplificare tante cose che abbiamo comunque fatto, che faremmo comunque. Nel mio caso, penso ai barcamp che ho organizzato e a cui sono intervenuta, all’avventura del Coderdojo Ravenna che ho contribuito a far nascere, agli interventi nelle scuole per parlare con studenti e insegnanti di uso consapevole della rete; ma mi vengono anche in mente le conversazioni con altri genitori, l’aver “evangelizzato” alla bellezza dei social network un gruppo di pellegrini dell’arcidiocesi di Ravenna, il pungolo costante a politici, istituzioni e associazioni perché usino la rete per aprirsi alla conversazione e ascoltare.
Mi sono data alcune priorità (coderdojo, fablab, riflessioni sul buon uso della rete con ragazzi, genitori e insegnanti, alfabetizzazione digitale per gli anziani, opendata e lavoro sulla PA locale) e ho aperto una ToDoList apposta:
Dico spesso che “influencer non è chi ha un Klout alto, ma chi fa succedere le cose”: e per far succedere il cambiamento (non lo dico io, ma Malcolm Gladwell) servono tre tipi di persone:
Fra i 100 primi Digital Champions ci sono esperti autorevoli, bravi networker e ottimi divulgatori; quindi non abbiamo scuse, c’è un paese da cambiare, “ce la possiamo fare, lo sappiamo fare, guarda mamma, lo stiamo facendo”.
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A me sembra una devastante fregnaccia alla Renzi. Roba che il portale Italia.it in confronto era il frutto congiunto delle menti di Zuckerberg e Steve Jobs messi insieme. Cosa farete esattamente come digital champions? I retweet della Madia? Mi meraviglio che hai messo la faccia su una roba del genere…
Hai fatto bene.
Complimenti Alessandra, mi sembra un bel progetto. Vi auguro successo (con o senza Renzi). Buona giornata. :)
Secondo me hai fatto benissimo: bisogna fare sistema, è l’unico modo per costruire.