Un’interfaccia intuitiva e facile da usare è una di quelle cose della cui importanza ci si accorge, in genere, quando mancano: nessuno (tranne chi si occupa professionalmente di web usability) si interrompe a metà della navigazione in un sito per esclamare “guarda questo menù come è progettato bene, si capisce tutto, arrivo a fare quel che volevo in un paio di passaggi”, e cose del genere… Invece, quando ci troviamo nel mezzo di un sito controintuitivo, farraginoso, pieno di errori e incongruenze, smadonniamo e malediciamo chi l’ha sviluppato, e, se possibile, non ci torniamo più.
In questi giorni mi è capitato di sperimentare alcuni “problemi di interfaccia” che non riguardavano un sito, ma che erano del tutto simili ad alcuni problemi “classici” dell’usabilità web. Il teatro di questo “test di usabilità” è stato un hotel di Lodi.
Sono arrivata a Lodi di sera, stanca dopo un lungo viaggio in treno, e ho fatto il check-in; l’addetto della reception mi ha dato la chiave e mi ha detto piano e corridoio della mia camera, la no.58.
Arrivata al piano, ho imboccato il corridoio e ho iniziato a percorrerlo alla ricerca della mia camera; con mio grande stupore, nessuna delle stanze aveva il numero, né sulla porta né sopra. Ho percorso tutto il corridoio, poi sono tornata indietro e ho perfino cercato sulla mappa antincendio se fossero indicati i numeri di camera; quando ero ormai rassegnata a tornare alla reception per farmi spiegare meglio dov’era la mia camera, lo sguardo mi è caduto verso terra, e ho realizzato che i numeri erano scritti… sul pavimento davanti alla porta!
Così finalmente sono riuscita a entrare in camera e sistemarmi. Non sono stata l’unica a far fatica a trovare la stanza, perché la stessa difficoltà mi è stata riportata da uno dei partecipanti al corso che ha dormito nello stesso albergo (altri due non hanno avuto problemi perché gli avevo raccontato io l’episodio, quindi sapevano dove cercare).
Lunedì mattina mi sono svegliata che ancora era buio, e ho cercato con la mano l’interruttore della luce a fianco del letto: a tentoni, l’ho trovato e ho premuto un paio di volte il primo pulsante che mi è capitato sotto mano, senza che si accendesse niente; ho ravanato un altro po’, e finalmente ho trovato il pulsante giusto, scoprendo che quello che avevo premuto un paio di volte era… il pulsante dell’allarme.
Infatti, nello spazio di 4 cm circa, insistevano 3 interruttori, quello della luce centrale, quello dell’abat-jour, e quello per l’allarme (che secondo me è stato a un certo punto disattivato per eccesso di false chiamate, visto che nessuno mi ha richiamata in camera per sentire cosa stava succedendo..).
Questa è la disposizione del bagno al piano, a disposizione di tutti gli ospiti.
Le signore, che fanno pipì da sedute, possono raggiungere la cartigienica piegandosi in avanti e allungando un po’ la mano destra. Ho l’impressione che i signori, dopo aver fatto la pipì in piedi, non trovino particolarmente comodo il dover fare una discreta torsione a sinistra, superare il distributore di sacchetti per assorbenti, e raggiungere la carta; ma ovviamente parlo per sentito dire e non per esperienza diretta ;-)
Ci tengo a dire che, per molti altri aspetti, sono comunque rimasta molto soddisfatta dell’Albergo Anelli, sia come location del corso (sala luminosa e ben attrezzata, buoni sia coffee break che catering, facile da raggiungere in auto e in treno) che come hotel (stanza e ambienti comuni puliti e ordinati, personale disponibile, giusto rapporto qualità/prezzo), e, se mi capiterà di organizzare altri eventi a Lodi, molto probabilmente ci tornerò.
La qualità “sostanziale” di un prodotto/servizio viene in ogni caso prima, in ordine di importanza, del perfezionamento dei dettagli; tuttavia, soprattutto online, quando si vanno a confrontare due prodotti/servizi “intrinsecamente” buoni, sono i dettagli a fare la differenza, ed è naturale scegliere chi ci rende la vita più facile.
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