Ed eccoci all’ultimo video di questa serie, in cui faccio alcune raccomandazioni importanti.
Definite chiare policies aziendali
Do per scontato che ci sarà più di una persona coinvolta nel processo di produzione e pubblicazione dei contenuti: questo implica che tutti dovranno essere consapevoli della strategia, degli obiettivi da raggiungere, del tono da adottare.
E anche che, per quanto possibile, le persone dovranno avere il potere di prendere decisioni utili, non essere dei meri esecutori che, alla prima domanda imbarazzante, devono passare la palla a qualcuno sopra di loro, o che, nel panico, cancellano un commento critico scatenando una reazione a catena.
Le policies aziendali devono essere chiare, condivise, interiorizzate, e coerenti con l’esperienza di lavoro delle persone: non possiamo illuderci di creare un’immagine esterna di azienda amichevole e collaborativa, quando al contrario, dentro l’azienda, abbiamo un’organizzazione rigida e pesante, che non può essere messa in discussione nemmeno quando è chiaro che non funziona.
Nella distribuzione del vostro budget, la parte più importante non va essere spesa negli strumenti: la dovete investire nelle persone, nella loro formazione, nel loro coinvolgimento. Piuttosto che un costoso ed elaborato CMS messo in mano a uno scelto perché costa poco e magari non protesta mai, mille volte meglio una persona in gamba che vi gestisca con la testa un sito fatto con WordPress.
Tagliate, tagliate, tagliate. Spesso “sfoltire” i propri contenuti eliminando quel che non serve è un ottimo modo per rendere più usabile quello che, invece, serve.
Se dovete far partire un nuovo progetto, chiedetevi – per ogni singolo pezzo di contenuto – in modo rigoroso “perché? – serve davvero? – serve davvero da subito?” Molte volte, tagliare qualcosa aiuta ad andare online prima, e, se scegliete bene cosa sfoltire, non è detto che il risultato sia meno valido. Si fa prima, e costa meno!
Il bla bla bla tipico dei comunicati stampa, in cui tutti sono leader di settore, società innovative, giovani e dinamiche, tutti si preoccupano mille volte di specificare che loro non offrono prodotti ma soluzioni, ma non spiegano mai chiaramente quali problemi risolverebbero queste soluzioni, e in cosa diavolo consistono.. tagliate, tagliate, tagliate.
Tutti hanno letto questa fuffa mille volte, da mille altre aziende, e descrivervi in questo modo non vi aiuterà mai a farvi scegliere, anzi al contrario vi farà annegare nel mare indistinto dei venditori di parole.
Come dissi una volta a un cliente che vendeva arredo di design, FORSE le persone vogliono acquistare raffinate emozioni ma SICURAMENTE, poi, quando vanno su google cercano “divani in pelle”.
Spero che questa breve serie di video vi aiuti a mettere le basi per una vostra efficace strategia dei contenuti web; continuate a seguirmi su questo blog.
Bibliografia utile:
Kristina Halvorson, Content Strategy for the Web (anche in versione Kindle
)
David Meerman Scott, The New Rules of Marketing and PR (versione Kindle
)
Gli altri video della serie:
Perché è necessaria una strategia dei contenuti web
La fase di audit dei contenuti esistenti
Dalla progettazione all’online + il ruolo del web content manager
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Vado a vedere il “secondo tempo”. Due domande: hai notato che il primo e il terzo sono stati (finora) molto più visti degli altri due? Come te lo spieghi? In realtà io mi aspettavo una cosa del genere, e mi stupisce in positivo il buon risultato immediato del terzo. Anche questo mi porta ad una conslusione… che ti dirò in commenti successivi ;-)
Ho finito la visione. Mi permetto di dirti qualcosa IMVHO. Sarò asciutto e questo potrebbe creare qualche problema di comunicazione.
1) Progetto. L’impostazione sembra dirigere i video verso il dirigente. Tagliando, tagliando e ancora tagliando, però, il nodo della miniserie è che che “riorganizzare il sito aziendale è il classico lavoro dello stagista”.
Quindi in questi quattro video consigli ai dirigenti di dare fiducia e strumenti agli stagisti? Però dici anche che bisogna usare personale di qualit, motivato e formarlo ulteriormente, il che va contro lo stagista. Qualche nodo narrativo, insomma, io l’ho sentito.
2) Sviluppo. Guardando lo sviluppo punto per punto, avendo visto altri tuoi contenuti capisco che tu ci tenga molto ad un certo tipo di comunicazione, molto amichevole. Alcune cose mi sembra però siano leggermente oltre il tuo stesso confine abituale. Quando dici “non so”, l’effetto in me è stato molto negativo (tu non puoi non sapere); quando ti citi (“una volta ad un cliente ho detto che”) esci dal ruolo e fai proprio una di quelle cose che uffici stampa e oratori non dovrebbero fare più.
Così come i commentatori non dovrebbero fare quello che faccio io ora:
E il pero, se proprio ci tieni (I know my chicken, believe me), puoi tenerlo B-DD
3) Visitors. Mi aspettavo che i video di numero “dispari” fossero più visti di quelli “pari” perché li hai messi online a coppie, anche se li hai postati sul sito in quattro giorni successivi. A quel punto la cosa più probabile è che il numero di persone che vede i “secondi” video di giornata sia inferiore a quello di chi vede i primi. Ma questo sembra suggerire anche che ti seguano più amici che possibili futuri clienti.
Sorry, sono stato un po’ lungo. Io cerco sempre di migliorare storytelling ed editing dei miei contenuti. Per caso stai scrivendo un libro? ;-)